Nei primi 12 anni ho lavorato 1 anno in Olanda nel reparto di ginecologia e ostetricia e nello Zambia ho lavorato 3 anni anche in sala parto e ho eseguito in totale 40 cesarei nella mia vita.
Trovo (e non sono solo io) che al momento in Italia ci si rivolge ancora troppo presto al parto cesareo, ma negli ultimi anni vedo un cambiamento felice verso la de- medicalizzazione del parto. Questo lo intendo come partire da vederlo come un processo naturale e NEL STESSO MOMENTO essere a conoscenza dei pericoli e i modi per prevenire che la donna o il feto che diventa neonato subiscono dei danni.
Abbiamo raggiunto grandi livelli di sicurezza con la scienza e la tecnologia e non dobbiamo scordarcelo. La mortalità sia della madre sia del bambino è diminuita drasticamente nel secolo scorso.
Il rovescio della medaglia è che la storia dell’ostetricia occidentale è la storia di tecnologie e studi che hanno separato la sessualità dalla procreazione, i feti dalle gravidanze, la gravidanza dalla maternità , il latte dal seno, le madri dai bambini.
L’osteopatia contribuisce a inquadrare il fenomeno nascita nel suo significato olistico. Vedere il feto come parte integro della madre durante la gravidanza. La madre una essere umana vivente.
Le donne in gravidanza incontrano tanti cambiamenti sul piano fisico ormonale e psichico. Gli cambia il peso della pancia che preme sul bacino. Gli ormoni aiutano a fare crescere l’utero, placenta e il feto, e cambiano la mobilità del bacino della madre per agevolare il parto. Dalla vita verso l’esterno si cambia al vivere più verso l’interno per preparare il venire al mondo di questa nuova creatura. Questi cambiamenti possono disturbare l’equilibrio della persona. L’osteopatia aiuta a ristabilire il nuovo equilibrio con meno dolori e disagi.
L’osteopatia può essere applicato con precauzioni, adatte al trimestre in cui si trova la donna durante tutta la gravidanza e post partum. Nei prima tre mesi non ci sono ancora problemi meccanici a causa della crescita del feto. Invece tante donne soffrono da:
- Nausea con o senza vomito,
- Reflusso gastroesofageo,
- Stanchezza ed insonnia.
Questi sintomi sono causati dal nuovo equilibrio ormonale. Ma anche l’equilibrio nel sistema neurovegetativa che consiste dal sistema simpatica e parasimpatica è cambiato. Si lavora per esempio sul cranio per migliorare i sintomi di nausea e reflusso, stanchezza e insonnia.
Perché? perché spesso l’utero in crescita causa una tensione sul sacro che al suo turno causa unaa tensione sulle membrane attorno alla spina dorsale che proseguono nel cranio e cosi causano una chiusura del foramen, una altra parola per la apertura nel cranio da cui escono dei nervi cranici che influenzano la mobilità dello stomaco, del intestino e del battito del cuore.
Lavorando sul cranio, si da più spazio al nervo vago. Il Nervo Vago è il nervo cranico che influenza la mobilità dello stomaco, del intestino e del battito del cuore. Parte dal cervello e esce dal cranio tramite un foramen
La mobilizzazione delle vertebre dorsali alti invece può essere liberatorio per i nervi che influiscono il reflusso gastroesofageo. E anche un aiuto alla motricità dello stomaco e intestino tenuo può diminuire il reflusso gastro esofageo. Il rilascio del diaframma diventerà un aiuto fondamentale per un respiro che man mano che il feto cresce rischia di diventare sempre più respinto e superficiale.
Nei mesi dopo si lavora sopratutto sulla tensione del pavimento pelvico che è muscolare e può avere creato delle contratture in risposta al peso e la pressione che sta cambiando. Ma anche con il spostamento della linea di gravità e il basculamento del bacino si deve riaggiustare l’equilibrio tra i grandi muscoli ileo psoas, quadricipite e ischio crurali. Sui legamenti rotondi del utero. Sul mm piriforme. E la donna deve trovare il giusto equilibrio tra riposo e fare da incubatrice e movimento che fa bene al suo fisico muscolo scheletrico, cardiovascolare e neuropsichico.